IL MORSO NEI BAMBINI … COSA ACCADE E COME AFFRONTARLO

Oggi mi piacerebbe condividere con voi un altro spaccato di vita quotidiana che racconta di come sia affascinante il mondo dei bambini, per il suo essere complesso e semplice allo stesso tempo.
In un gioco tra due bambini fatto di sguardi, risate, rotolate in terra ad un tratto da condizione pacifica si scatenano pianti e disperazione, un gioco conteso ha rotto l’idillio …
“perché dovrei rinunciare al mio gioco? Come ti spiego che vorrei portarlo semplicemente dall’altro lato della stanza, quello in cui sono solito giocare?” Tra un tira e molla, un pianto e un urlo, si risolve il gioco del predominio con una gesto concreto … un morso!
Tra i comportamenti più comuni che rientrano nelle sfide quotidiane, il morso di un bambino non è un comportamento inusuale.
Ma come spiegarselo e come gestire tale situazione?
Partiamo dal fatto che non tutti i bambini sono uguali e che non tutti comunicano allo stesso modo, ma è proprio su quest’ultimo aspetto che vorrei soffermarmi. Molto spesso il morso può rappresentare un modo maldestro di comunicare da parte del bambino, talvolta mancano le parole per poter esprimere le proprie emozioni e ricorre a tale modalità può risultare più immediata ed efficace. Di fatto non sono ancora capaci di riconoscere, dominare e gestire le proprie emozioni, i propri sentimenti, oltre a non avere idea di che cosa voglia dire fare del male ad un’altra persona (Pantley 2015). Inoltre questo può essere incrementato anche da altri fattori, come ad esempio dal fatto che ci sono bambini che sono abituati ad esprimersi con più facilità attraverso il loro corpo, sono bambini che potremmo definire per semplicità “fisici” che con tutta probabilità ancora non hanno acquisito una buona padronanza comunicativa attraverso il canale verbale e per questo usano il corpo. Se dunque da un lato il morso può sembrare la soluzione immediata per un bambino, dall’altro sta all’adulto correggere sin dall’inizio il comportamento utilizzando tale situazioni come opportunità per trasmettere al piccolo/a un insegnamento sulle competenze sociali. Di fatto il morso può essere diretto sia a un bambino che ad un adulto, come riuscire a gestire questi comportamenti in maniera efficace, senza andare a fortificare tale partica?
Di sicuro nelle dinamiche tra pari un buon modo è quello di osservare cosa accade tra i bambini, così da poter cogliere i segnali come ad esempio quelli in cui il bambino/a si sta innervosendo e di lì a poco potrebbe reagire mordendo, per cui provare a sviare la sua attenzione può essere d’aiuto(Pantley 2015) . Mentre, se questo accade è importante agire in modo repentino guardare negli occhi il bambino/a, abbassandosi al suo livello, e comunicargli in modo breve e coinciso che i morsi procurano dolore e mostrategli come può riparare ad esempio chiedendo scusa a chi ha subito il gesto, andando a calmare e consolare il bambino/a che è stato morso. In quanto correggere solo con il rimprovero il comportamento, potrebbe non essere il modo più efficace. Tendenzialmente una pratica tipica dell’adulto è quella di reagire a caldo con rabbia seguito da una punizione o urlando, gridare non farà altro che spaventare il bambino senza insegnargli nulla su ciò che ha fatto ne tanto meno su come avrebbe dovuto comportarsi. Questo accade in quanto spesso l’adulto interpreta il gesto dalla sua prospettiva, quella appunto dell’adulto, mentre può essere più efficace mostrare al bambino/a che il suo gesto ha avuto una conseguenza, che ha provocato una reazione in un altro che sia di paura, dolore (Pantley 2015) . Questo vale anche in situazioni di conflitto in cui il bambino/a reagisce con spintoni, graffi, pugni verso un suo coeteneo. Una strategie importante è quella di insegnargli a gestire la frustrazione, come ad esempio può accadere in circostanze di giochi contesi dove si può aiutare il bambino a comprendere che può risolvere anche in altri modi tale situazione, come per esempio chiedere di poter utilizzare il gioco. Ovviamente sarà compito dell’adulto saper intervenire nei giusti tempi e modi per guidare il bambino al fine di ottenere una risposta adeguata che poi lui con il tempo interiorizzerà.

Mentre se il morso è verso un adulto?
Di fondo non cambia molto la nostra prospettiva sul comunicare al bambino che ciò che sta accadendo non va gestito in quel modo, è altrettanto importante far capire le conseguenze del suo comportamento, magari incoraggiarlo a chiedervi scusa a mostrare un gesto riparativo come una carezza o un bacino dove ha morso, questo lo aiuterà a comprendere che il suo gesto ha provocato una conseguenza. Di certo reagire con fermezza è un modo utile per fargli capire che questo suo comportamento non porta ad attenzioni positive (Pantley 2015). Così come se in condizioni rutinarie della giornata in cui percepite i segnali di una sua insofferenza come: rabbia, stanchezza e frustrazione  in situazioni, ad esempio, in cui rientrano le  pratiche normali quali rimettere a posto i giochi, mettersi il pigiama, cambiargli un pantalone, ecc. in tali momenti aiutarlo/a a esprimere in parole i sentimenti può rappresentare un modo per insegnargli che esistono delle alternative diverse di comunicare, in fondo il compito dell’adulto è quello di guidare il bambino/a nella sua crescita fisica, emotiva, sociale e relazionale.

Autore dell'articolo: dott.ssa Valentina Valletta

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