Il gioco del bambino…un’opportunità di crescita

Oggi vorrei dare spazio ad un tema molto importante nella vita di ogni individuo, che spesso viene sottovalutato o semplicemente dato per scontato, mi sto riferendo al GIOCO del bambino. Questa mia riflessione nasce da una costatazione con cui mi sono spesso trovata a confrontarmi, ovvero molti genitori ignorano l’importanza del gioco, soprattutto nei contesti scolastici, considerandolo come fosse una perdita di tempo, ma in realtà non è affatto  così.

Esso rappresenta una tappa fondamentale nella strutturazione della personalità di ognuno di noi, di cui se ne conservano le tracce anche da adulti. In quanto attraverso l’attività ludica si strutturano le relazioni sociali e si va pian piano a definire lo sviluppo sociale.  Quest’ultimo è un processo mediante il quale il bambino diviene capace di rapportarsi agli altri, dove le modalità di socializzazione, apprese nelle relazioni con le figure genitoriali, dalle quali si è ricevuto aiuto e  sostegno, si riflettono in modo diretto sul comportamento pro sociale. In sostanza si può dire che lo sviluppo sociale assolve al tempo stesso due funzioni:

 socializzazione, che assicura all’individuo di partecipare alla vita sociale;

 individuazione: riguardo alla formazione dell’identità, il senso di essere attore principale del proprio destino.

Ma come si delineano le funzioni del gioco in relazione allo sviluppo?

I bambini imparano a controllare il proprio comportamento sia attraverso l’imitazione che attraverso il gioco, esso può essere: manipolativo, turbolento, costruttivo, simbolico, sociodrammatico, con regole, individuale, di gruppo ecc.

 Il gioco tende a favorire competenze fisiche e psichiche, in particolare Piajet sosteneva che il gioco aiuta il bambino ad acquisire una comprensione più profonda delle regole sociali e dei principi morali; Vygotskij, invece, considerava il gioco sociale come il fulcro dello sviluppo cognitivo. Erik Erikson considerava il gioco la versione infantile di una propensione dell’esistenza umana, ovvero il creare delle situazioni modello per sperimentare diversi modi di controllare la realtà (Erickson 1964). Il gioco è uno strumento fondamentale per il bambino consente di muoversi in uno spazio sicuro nel quale poter sperimentare la propria volontà, sospendendo le regole e le imposizioni sociali (Lieberman e Horn 2007).

Bisogna tener presente che lo sviluppo di abilità sociali richiede tempo ed esperienza, che si consolida attraverso momenti di interazione ed incontri tra coetanei. Il tempo è molto importante, soprattutto per i bambini piccoli i quali vanno stimolati e guidati quando si approcciano a queste nuove esperienze.  Vorrei porre alla vostra attenzione un classico momento in cui l’adulto possa rappresentare un di ruolo guida, mi riferisco a quelle situazioni di interazione e gioco che si possono trasformare in situazioni conflittuali. Queste ultime vanno considerate come un’opportunità di crescita e di apprendimento del bambino, che così impara a misurarsi con l’altro e a rapportarsi con i suoi limiti e le sue possibilità di farsi spazio nelle relazioni sociali. Tali situazioni vanno osservate da lontano al fine di tutelare il bambino intervenendo se necessario, così da offrirgli la possibilità di sperimentarsi.  Dunque, non sempre placare tali situazioni da parte degli adulti è la scelta ottimale, in quanto i bambini, in molte situazioni riescono a risolvere un conflitto tra di loro (Pantley 2015).

Si può però ritenere ragionevole che nel gioco, soprattutto di gruppo, si possano presentare situazioni come di rabbia, frustrazione per un gioco conteso, per un gioco di tipo manuale non riuscito, che mette a dura prova le capacità manuali ancora acerbe del bambino, il semplice riporre un gioco in un angolo perché attratti da un altro e poi scoprire che il proprio gioco “dimenticato” è oggetto di attenzione di un altro bambino… E bene, queste come tante altre situazioni ci ricordano che il ruolo dell’adulto è quello di insegnare a gestire al bambino le emozioni che sperimenta nei diversi contesti, attraverso la negoziazione, il compromesso, in quanto i bambini non possiedono l’autocontrollo su emozioni così forti e vanno aiutati a riconoscerle e a individuare le strategie più funzionali per affrontare un problema.

Quindi il gioco, come potete riscontrare da questi piccoli spunti di riflessione è di fondamentale importanza per lo sviluppo psicofisico del bambino e poi cosa c’è di più bello che osservare un bambino che sperimenta il mondo in un gioco continuo, che scopre il mondo e se stesso in piccoli gesti.  Se volessimo pensare solo a quanto è ricco un momento di gioco libero all’aperto con i coetanei bhe! Non smetteremmo di stupirci di quanta energia, varietà, fantasia, curiosità c’è nei giochi dei bambini!

Dott.ssa Valentina Valletta

 

Autore dell'articolo: dott.ssa Valentina Valletta

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