“IMPARIAMO DAL MONDO DEI BAMBINI”

Oggi vorrei condividere un episodio di vita quotidiana che mi ha fatto riflettere, su come siamo troppo presi e persi nel mondo digitale, su quanto in realtà perdiamo del mondo che ci circonda. Se siete saliti di recente su un autobus o meglio ancora un treno non vi sorprenderà osservare che la maggior parte delle persone sarà immersa sul suo telefono, tablet in un mondo parallelo e pochi o forse nessuno osserverà il suo viaggio.  Fatto di paesaggi che cambiano, colori nuovi,  variazioni di tempi come un posto in cui c’è il sole, un altro le nuvole soprattutto se il viaggio è lungo. Ma quello che vorrei condividere è una scena a cui ho assistito in attesa di entrare a lavoro:

“ Ero seduta su una panchina, ed anche io come tutti ormai, guardavo il cellulare poi mi sono detta ma in fondo sto guardando sempre le stesse cose per cui l’ho riposto in tasca e ho alzato lo sguardo, di fronte a me c’era una coppia madre e bambino. Quest’ultimo credo avesse avuto poco più di due anni, che con fare giocoso saliva le scale della chiesa e scendeva dalla rampa delle carrozzine, questo gioco sembrava divertirlo molto, rideva e si soffermava a qualsiasi piccolo stimolo, tutto sembrava catturare la sua attenzione anche la ringhiera della rampa per lui rappresentava una scoperta nuova da illuminarsi in viso con un bellissimo sorriso. Nel frattempo la madre era tutta intenta ed immersa sul suo cellulare, non rivolgendo mai lo sguardo al suo bambino, producendo solo qualche volta timidi richiami al figlio del tipo:  “vieni qui!” mentre il bambino  continuava a divertirsi da solo, ma senza allontanarsi troppo dal suo spazio di sicurezza nei paraggi della madre. D’un tratto la donna si ferma dal guardare il telefono, ma solo per fare una telefonata e si avvicina al figlio, non cogliendo però tutto lo stupore delle scoperte e dei giochi che il piccolo continuava a fare. Inizia la sua telefonata, mentre il bambino inizia anche lui un nuovo gioco sperimentando lo spazio opposto alla madre, si dirige nuovamente in cima alle scale, ma questa volta non scende dalla rampa cammina lungo tutto lo spazio delle scale all’indietro fermandosi in tempo per non cadere.  Per quanto sembri un bambino attento è comunque potenzialmente in pericolo, ma lui continua divertito in questa sua nuova scoperta.  Dopo un po’ la madre termina la sua telefonata e con mio stupore si rivolge spazientita al figlio, dicendogli che devono andare, che non possono rimanere lì così, che è meglio  fare una passeggiata. Li seguo con lo sguardo andare via e mi domando ma quanto questa donna si è persa delle scoperte e dei sorrisi del suo bambino? Quanto il suo essere spazientita era in sintonia con quello che stava vivendo lei con il suo telefono e non con  il suo bambino,  libero e felice di sperimentare e conoscere il mondo?

Ho voluto condividere questo spaccato di vita quotidiana, perché esso al di là delle considerazioni sul mondo frenetico e digitale che stiamo vivendo ed al di là del fatto che probabilmente questa madre sarà comunque una buona madre per il suo bambino, mi sembra possa rappresentare in parte quello che un genitore per il suo bambino, ma anche per se stesso non dovrebbe mai dimenticare ovvero di divertirsi nel giocare con il proprio figlio e più spesso che può. Il gioco tra genitori e figli è un momento molto importante, non solo per lo sviluppo delle abilità e delle conoscenze di vita di un bambino, ma anche perché consente di costruire il rapporto genitore-figlio. Forse dovremmo guardare il mondo più con gli occhi di un bambino, magari lo stesso bambino interno che ognuno di noi conserva dentro di sé e meno usare gli occhi digitali che non potranno mai regalare l’emozione di vivere il tempo e il luogo in cui siamo, soprattutto non perdere il senso della vita reale che ci circonda perché gli occhi bassi non leggono quello che possono gli occhi verso l’orizzonte.

Dott.ssa Valentina Valletta

Autore dell'articolo: dott.ssa Valentina Valletta

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